CAMMINO MICAELICO SUI MONTI DEL CHIANTI tra SIENA e FIRENZE

Lo scopo di questa iniziativa è “recuperare” sia le testimonianze storiche del culto di San Michele sul territorio chiantigiano, facilmente desumibili dall’enorme dote di intitolazioni di edifici, quali pievi, chiese, oratori, spedali intitolati alla figura dell’Arcangelo Michele, sia la via del pellegrinaggio di fede sul crinale dei monti del chianti (nord ovest/ sud est) che è il percorso principale e, per finire la viabilità minore che lo scavalcava in vari punti per il millenario uso della transumanza, anche questa testimonianza in via di estinzione, legata ancora alla figura dell’angelo, abbandonata assieme alla fine della civiltà contadina tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.

Il cammino ha inizio e termine in due delle città più belle e famose di Toscana, ricche di una storia antichissima, una architettura meravigliosa, civiltà e opere d’arte uniche al mondo; ma il percorso del crinale che le unisce è invece aspro e selvaggio e si muove su strade bianche per oltre i 90 % del tragitto, escluse naturalmente le aree cittadine. Percorre le crete senesi prima, le famose colline del Chianti poi, si inerpica sui monti del Chianti raggiungendo la vetta naturale dove si trova la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, (anticamente San Michele de’ Monti o agli Alti monti) che probabilmente ha dato il nome al Monte San Michele. Poi, dopo avere lasciato boschi di conifere e latifoglie e la dura roccia di macigno, scende dalla parte opposta verso le dolci colline fiorentine con i suoi borghi, fattorie, oliveti, fino a giungere alla città detta la “Culla del Rinascimento”. Il senso di marcia consigliato, quindi, è quello in direzione sud-nord, così come si diffuse il culto micaelico delle origini. Questo cominciò con i pellegrinaggi verso la meta spirituale e terminale della abbazia di Mont Saint-Michel, in Francia. In seguito si strutturò nel medioevo lungo le vie sicure, quelle d’altura, in entrambe le direzioni della penisola italiana, unendo tutta l’Europa ai principali luoghi di culto cristiani, Roma, la grotta dell’apparizione dell’Angelo in Puglia e dai porti di questa regione, per nave, fino in Terra Santa.

Oltre al cammino Micaelico e le già accennate fonti legate al culto religioso del Principe delle Milizie Celesti, si vuole dare risalto a tutto il sistema dei Monti del Chianti; questo infatti conserva vestigia antiche e antichissime, castelli e roccaforti difensive sorte sul confine tra le due città di Firenze e Siena, perché via di transito obbligata per gli eserciti delle due città rivali; ma anche, nella direzione trasversale, ultimo ostacolo ai transumanti provenienti dalle pianure e dalla Maremma, prima dell’attraversamento del fiume Arno e la

risalita verso i pascoli del Casentino e delle quote appenniniche nel periodo estivo, di quella che era una delle risorse economiche più grandi dell’antichità e tradizione antichissima, la pastorizia.
La declinazione Micaelica del monte deve tanto alla famiglia Gherardini, una famiglia nobile di grande spessore che ha contribuito alla nascita della Repubblica Fiorentina. Famiglia antichissima di origini longobarde (popolazione legata al culto dell’arcangelo Michele) con proprietà terriere vaste nella zona della val di Greve (il castello di Montagliari, sul versante Grevigiano del San Michele era il suo cuore) che salivano fino alla cima del monte. Le sue colture sono rimaste a livella della famiglia anche dopo che queste hanno perso potere e subito un lungo esilio, fino a circa il 1800.

Per quanto riguarda il percorso naturale, che sta sul crinale di questa formazione montuosa la cui vetta massima sfiora i novecento metri (892 per l’esattezza) scorreva già in epoca antichissima la via che collegava, sul lato sinistro del fiume Arno, la città etrusca di Fiesole (Vipsul) con le città del sud, Arezzo e poi tutte le altre città dell’Etruria fino a Orvieto e in direzione di Roma.

Sui monti del Chianti, infatti, si trovano Poggio la Guardia, insediamento di controllo viario etrusco e non lontana, la città di Cetamura, oggetto di recenti scavi.
La via di crinale era la più salubre e sicura, oltre a necessitare di interventi minimi di manutenzione. In epoca romana perse un po’ di importanza e furono altre le arterie principali di collegamento, ma nel medioevo e quindi con le sempre crescenti vie di pellegrinaggio verso Roma, tornò ad essere usata con continuità. Furono proprio le vie del pellegrinaggio che favorirono lo sviluppo di Siena, fino a quel momento postazione prevalentemente militare, che finirà per trovarsi in una posizione favorevole, crocevia di vari tracciati, primo tra questi la via Francigena.

Con le guerre tra le città di Siena e Firenze, battaglia di Monteaperti prima, invasione aragonese e senese dopo, fu anche realizzata una strada militare fiorentina (Cassia Militare) di cui ancora si leggono tratti di selciato in pietra, che serviva per sostenere gli avamposti fiorentini sul confine.

Questa piccola strada militare, che si trova sulle mappe dei Capitani del Popolo di epoca cinquecentesca, o per lo meno la base solida o il fondo di essa, fu, in epoca recente, usata dalle truppe inglesi e alleate durante l’avanzata verso Firenze, ponendo fine, per lo meno nell’aspetto della percorribilità, ad una arteria viaria con oltre 2000 anni di storia.

Questo progetto nasce dall’interesse di appassionati del territorio chiantigiano, facenti parte di ADV, (Associazioni di volontariato del terzo settore senza fini di lucro) ben radicate

nel tessuto sociale locale; nello specifico: Gruppo San Michele G.E.V del Chianti (Greve in Chianti), Radici in Chianti, (Gaiole in Chianti) G.E.B. Gruppo Escursionistico della Berardenga, (Castelnuovo Berardenga) Chiantilife (Radda in Chianti).Queste si integrano con altre importanti collaborazioni: C.A.I sezione Valdarno Superiore (Cavriglia), Gruppo Trekking Impruneta (Impruneta), Gruppo Archeologico Salingolpe (Castellina in Chianti). Tutte queste realtà, preso in carico l’idea comune, muovono i primi passi, individuano e ripristinano i tracciati e si impegnano nella realizzazione del percorso sul proprio territorio. I comuni geografici e le relative Amministrazioni Comunali, con cui le associazioni di cui sopra collaborano fin dagli albori del progetto interessati dal Cammino sono: Siena, Castelnuovo Berardenga (SI), Gaiole in Chianti (SI) Radda in Chianti (SI) Cavriglia (AR) Greve in Chianti (FI) Impruneta (FI) Firenze.

LE TAPPE

1. Siena – Castelnuovo Berardenga
2. Castelnuovo Berardenga – Montebenichi

3. Montebenichi – La Massa
4. La Massa – Monte San Michele
5. Monte San Michele – Chiocchio
6. Chiocchio – Firenze