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ANELLO DI CAMBOI

Uscendo dal piazzale del castello, ci incamminiamo per la strada bianca che parte a destra della chiesa.

Dopo pochi metri, sempre sulla destra, entriamo nel vigneto che ci accompagna fino alla Big Bench, dalla quale si può godere di uno splendido panorama sulla valle del Massellone e vedere, in lontananza, gli altri castelli che delimitavano il confine tra la Repubblica senese e quella fiorentina che, per secoli, fecero il Chianti palcoscenico di scontri cruenti e sanguinosi.

Scendiamo lungo il vigneto e alla fine di esso, seguendo i segnali gialli, arriviamo al cancello di uscita.

Superato il cancello entriamo nel bosco fino a incontrare e costeggiare il fiume Massellone, che attraversa quella che in epoca medioevale era conosciuta come valle del Chianti.

Arriviamo al Molinlungo, appunto una vecchia struttura all’interno della quale si nota la costruzione di quello che era un vecchio mulino.

Attraversiamo la Strada Provinciale 408 e, attraversando un piccolo bosco di querce, che per anni ha ospitato un allevamento di suini della antica razza della cinta senese.

Eccoci di nuovo immersi nei vigneti del Castello di Meleto, in località Camboi.

Camboi è l’acronimo di Campo dei Buoi, una zona di Meleto che dal Medioevo e fino ai primi anni ‘60 veniva utilizzata per l’allevamento di questi bovini. In quella stessa area negli anni ‘70 sono stati poi impiantati vigneti con prevalenza di Malvasia Nera del Chianti che oggi ci danno un vino unico.

Si tratta di un vino di difficile categorizzazione perché molto raro all’interno del panorama enologico nazionale. Quella delle malvasie è una famiglia sconfinata, ma è molto difficile trovare una Malvasia Nera del Chianti in purezza perché storicamente è sempre stata utilizzata in uvaggio con altri vitigni autoctoni.

Continuiamo il cammino fino a oltrepassare il magnifico palazzo signorile della famiglia Ricasoli, fino a giungere al complesso monumentale della Pieve di San Pietro in Avenano.

Nonostante lo stato di emergenza, ci si rende conto di come doveva essere la Pieve della quale si hanno notizie fin dall’anno 995.

Posta lungo antichissimi percorsi di origine romana, fu per secoli luogo di amministrazione religiosa e luogo di ospitalità per viandanti e pellegrini.

Superata la Pieve, dopo poche centinaia di metri, svoltiamo sulla destra e, attraversando un altro bel vigneto, ritorniamo sulla strada provinciale. La oltrepassiamo e, seguendo il cartello che ci indica di entrare nel bel noceto.

Pochi metri e ci troviamo sulla riva del fiume e in questo punto abbiamo la possibilità di svoltare a sinistra, seguendo l’indicazione, per deviare verso Gaiole in Chianti ed andare così a visitare il piccolo borgo.

Proseguendo invece verso Meleto dobbiamo guadare il fiume ed entrare nel suggestivo bosco che lo costeggia fino ad arrivare ad un altro vigneto nel quale entriamo preoccupandoci di richiudere il cancello di entrata.

Lo attraversiamo e ci troviamo su una strada che ci conduce ad un nuovo guado, superato il quale, svoltiamo a sinistra e raggiugiamo il ristorante “La Fornace di Meleto”.

Vediamo il castello che ci guada dall’alto e lo raggiungiamo, seguendo la strada principale di accesso.

Per un cammino sicuro si consiglia di seguire la traccia gpx scaricabile e i segnali di colore giallo disposti lungo il percorso.

PER CORTESIA RICHIUDERE I CANCELLI DELLE RECINZIONI DEI VIGNETI.GRAZIE.


  • Tipo: Percorso Escursionistico
  • Distanza: 4,950 km
  • Punto di partenza: Castello di Meleto
  • Difficoltà: Medio