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Cultura a Km 0

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Perché la storia è proprio sotto i nostri piedi

Sapete che sotto il villaggio di Collepetroso a Castellina in Chianti c’è uno scavo
archeologico in corso? Deve essere stato questo il passaparola che ha incuriosito i
professori della scuola secondaria di secondo grado di Gaiole in Chianti. E sicuramente
questo il motivo per cui martedì mattina, 3 dicembre, hanno accompagnato i propri
studenti presso il sito di Castellare, proprietà privata della famiglia Petreni.
I ragazzi giunti all’ingresso dell’area oggetto di indagine hanno incontrato me, una delle
archeologhe intente a scavare, pronta per raccontagli ciò che abbiamo scoperto, come lo
abbiamo trovato e quali sono i risultati che ad oggi abbiamo ottenuto attraverso questo
paziente lavoro.
Per volontà dei proprietari, e su segnalazione del Gruppo Archeologico Salingolpe, il mio
collega Paolo e io siamo stati contattati per valutare il possibile interesse e la fattibilità di
una indagine sul campo: ed è così che parte la chiacchierata con i ragazzi, capendo
insieme come si cominciano le ricerche, quali fonti ci aiutano a comprendere il passato e
quali ci raccontano di una possibile presenza dell’uomo in un preciso territorio.
E poi abbiamo girato attorno alle aree di cantiere, scoprendo insieme come osservare gli
strati di terra e ciò che hanno da raccontarci, come documentare quello che troviamo e
come collegare tutte le informazioni che raccogliamo.
Avvicinandoci ai resti dell’antica chiesa di San Michele abbiamo incontrato il direttore degli
scavi e mio collega dott. Paolo Medici, intento a scavare una parte della sepoltura più
antica posta tra la navata e l’abside. Il suo preciso lavoro con la cazzuola ha prodotto
parecchia terra che grazie all’aiuto dei ragazzi abbiamo potuto setacciare scoprendo
diversi reperti archeologici con i quali ci siamo diretti nell’area di laboratorio. Sì, perché il
nostro lavoro non finisce con lo scavo, anzi! Tutto comincia sul campo ma poi il lavoro di
studio e analisi è ancora lungo: così abbiamo visto insieme che tutto il materiale viene
lavato e attentamente sistemato perché nulla venga perso. Abbiamo anche scoperto che
ogni archeologo ha la sua specializzazione e grazie alla forza di gruppo oggi ho potuto
raccontare ai ragazzi le storie delle persone che qui sono state sepolte, il periodo in cui
questo luogo di culto è stato vissuto e quali tracce ci hanno lasciato gli antichi
frequentatori….
In ultimo ci siamo cimentati nella documentazione e catalogazione di uno degli oggetti più
belli qui rinvenuti, attraverso la compilazione della scheda di reperto necessaria per non
perdere nessuna informazione.
Insomma un vero e proprio viaggio non solo nel tempo ma anche nell’affascinante mondo
dell’archeologia, per imparare a essere curiosi, a guardare il proprio territorio con gli occhi
di chi vi ha vissuto tempo fa e comprendere quante storie originali si possono ascoltare
quando tutto viene minuziosamente studiato e messo a disposizione della comunità.
Insomma: noi ora aspettiamo anche voi per raccontarvi la vostra storia, quella del vostro
territorio e dei vostri avi, certi che in fondo in fondo un po’ di curiosità sul nostro passato ce
l’abbiamo tutti quanti!
Articolo Natascia Druscovic
Foto Antonella Bartalini, presidente del Gruppo Archeologico Salingolpe