Home » Articoli » Progetti » I Monti del Chianti : Un distretto stradale del Medioevo.

I Monti del Chianti : Un distretto stradale del Medioevo.

pubblicato in: Progetti

di Renato Stopani.

L’oronimo “monti del Chianti” appare per la prima volta nel 1830, nella carta geodetica della Toscana di Giovanni Inghirami  “ricavata dal vero nella scala di 1.20000”.  Precedentemente il termine “Chianti” veniva usato soltanto per designare la regione chiantigiana, peraltro dai confini incerti.

L’Inghirami  indicò come “monti del Chianti” la catena montuoso-collinare  che dalla Badiaccia di Montemuro giunge sino a Monte Luco della Berardenga, ma in seguito con il costituirsi della regione enologica chiantigiana, l’oronimo  tenderà a comprendere anche diramazioni secondarie della catena e  a distribuirsi in uno spazio presso a poco corrispondente al territorio del “Consorzio del Vino Chianti classico”.

Anche a motivo della sua  modesta altitudine e delle forme arrotondate dei rilievi, in passato i monti del Chianti risultano essere stati percorsi lungo tutta la loro linea di crinale da un tracciato che ancora all’inizio dell’Ottocento era indicato come strada pedonale (vedi l’Atlante Geografico della Toscana di Attilio Zuccagni Orlandini). Si trattava di un percorso di antica origine, probabilmente pre-etrusca, come sembrano attestare le espressioni di arte rupestre recentemente rinvenute non lontano da Gaiole.

 Come tutte le “ridgeways”,  in quanto “vie naturali”, le vie di crinale non avevano bisogno di essere costruite, né di essere mantenute;  consentivano di spostarsi su un terreno sicuro, dove l’orizzonte e la capacità di orientamento risultavano i più ampi possibili : di qui la loro antichità e, soprattuto, la loro “longue durée”.

Nel medioevo i monti del Chianti si trovarono addirittura a costituire una sorta di distretto stradale, poiché la via che si snodava lungo la loro linea spartiacque  divenne il punto di saldatura di una serie di strade che  risalivano i due versanti della catena mettendo in comunicazione il Chianti con il Valdarno superiore.

Lo attestano molteplici testimonianze di natura storico-territoriale : la conformazione delle circoscrizioni territoriali facenti capo alle pievi, i cui “popoli” si distribuivano tra i due versanti , chiaramente denunziando di essersi strutturate in funzione della viabilità;  l’esistenza lungo gli antichi percorsi di enti ecclesiastici “a vocazione viaria” (spedali e chiese canonicali), nonché di insediamenti castrensi nati nei secoli dell’ “incastellamento”  ; i tratti di antichi lastricati conservati dal territorio, che alcuni decenni fa furono individuati dall’archeologo Alvaro Tracchi.

La via di crinale, così come i percorsi che la intercettavano, nel medioevo fecero anche parte del “sistema” delle vie di pellegrinaggio. Ad esempio  sono ancora leggibili i “segni” lasciati dalla devozione micaelica, che ci dicono come tali vie fossero transitate dai pellegrini che si recavano al Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano, una delle mete delle “peregrinationes maiores” altomedievali.

C’è materia, come si vede, per attuare una valorizzazione a fini turistico-culturali delle antiche vie  e dei sentieri dei monti del Chianti, riscoprendo le tracce di un distretto stradale del medioevo rimasto sinora sconosciuto.